TUMORE AL SENO: OPZIONI TERAPEUTICHE

La scelta e la combinazione dei trattamenti verranno discusse dal medico insieme alla paziente, tenendo in considerazione le preferenze personali.1 
Queste informazioni vengono utilizzate per facilitare la scelta della strategia terapeutica ottimale. 
Tra le principali opzioni, ci sono:1

CHEMIOTERAPIA

RADIOTERAPIA

TERAPIA
A BERSAGLIO MOLECOLARE

TERAPIA
ENDOCRINA

Chemioterapia per il tumore al seno

I regimi di trattamento chemioterapici standard per il tumore della mammella in stadio precoce si basano sulla somministrazione di antracicline e/o taxani, somministrati sequenzialmente per 12-24 settimane, o più raramente, ciclofosfamide, 5-fluouracile e il metotrexate. 1,2

Nelle pazienti con tumori altamente proliferativi vengono predisposti dei piani di trattamento con regime dose-dense, ovvero delle somministrazioni ravvicinate, ogni 2 settimane invece che ogni 3 settimane come i regimi standard.2

Altri chemioterapici utilizzati nel tumore della mammella sono le fluopirimidine, gemcitabina, vinorelbina, eribulina, derivati del platino.3

Ognuno di questi prodotti farmacologici presenta un diverso meccanismo alla base della crescita cellulare, e somministrarli insieme consente di aggredire le cellule che si stanno attivamente moltiplicando in maniera più efficace; si tratta dell’intervento farmacologico di solito proposto alle donne affette da un tumore al seno triplo negativo, ovvero una tipologia per cui non sono ad oggi disponibili specifiche terapie.1

La chemioterapia viene solitamente somministrata ogni 1–3 settimane come infusione per via endovenosa. Dopo il completamento del ciclo di terapia standard, ad alcune pazienti potrebbe essere offerta anche un’altra chemioterapia orale.2

Radioterapia

La radioterapia è un tipo di trattamento che utilizza le radiazioni ionizzanti per danneggiare il DNA delle cellule tumorali provocandone, così, la morte cellulare. Solitamente viene somministrata dopo la chirurgia conservativa della mammella, ma può essere utilizzata anche dopo la mastectomia. 2

La radioterapia può essere somministrata anche alle pazienti con malattia localmente avanzata che rimane inoperabile dopo il trattamento sistemico, e può essere considerata in alcune pazienti con tumore al seno metastatico, nelle quali permette di trattare i sintomi del tumore primario o delle metastasi a distanza e migliorare la qualità di vita.2

Il trattamento radioterapico viene, solitamente, somministrato dopo chirurgia conservativa della mammella, come radioterapia dell’intero tessuto mammario residuo. Alle pazienti considerate ad alto rischio di recidiva che hanno già ricevuto questa tipologia di trattamento può essere somministrato un ‘boost’ radioterapico, ovvero una dose extra ma più bassa di radiazioni che vengono localizzate direttamente nell’area in cui è stato rimosso il tumore. 2

Le pazienti considerate a basso rischio di recidiva possono ricevere invece un breve ciclo di radioterapia, somministrata mediante una tecnica chiamata irradiazione parziale accelerata della mammella. Questo trattamento è più breve e riduce l’esposizione del tessuto mammario sano e di altri organi situati nella cavità toracica alle radiazioni, in modo tale da ridurre il rischio di effetti collaterali a lungo termine.2 Altre pazienti ancora, invece, ricevono la radioterapia anche dopo una mastectomia, perché presentano fattori che possono aumentare il rischio di ricomparsa del cancro al seno. 2

Terapia ormonale (endocrina) per il tumore al seno

I trattamenti ormonali, cioè endocrini, hanno lo scopo di ridurre gli effetti degli estrogeni sulla crescita dei tumori al seno ER-positivi rappresentando, così, il tipo più importante di trattamento sistemico per queste forme di cancro, i cosiddetti tumori ormono-dipendenti. Sono disponibili diversi tipi di terapie endocrine che si assumono per via orale o iniezione. 2

Terapia monoclonale a bersaglio molecolare

Le terapie a bersaglio molecolare sono trattamenti che bloccano specifiche vie di trasduzione del segnale all’interno delle cellule tumorali che promuovono la crescita del tumore al seno. 2
Per il trattamento del cancro della mammella vengono utilizzate diverse terapie a bersaglio molecolare, tra cui gli agenti anti-HER2, che agiscono sul recettore HER2 per bloccare la trasduzione del segnale e ridurre la proliferazione cellulare nelle neoplasie della mammella HER2-positive, gli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti 4/6 e gli inibitori del bersaglio della rapamicina nei mammiferi che limitano la proliferazione delle cellule tumorali promosse dalla via di segnalazione di mTOR. Esistono anche gli inibitori della poli-ADP-ribosio polimerasi che impediscono la riparazione del DNA delle cellule tumorali provocandone, così, la morte cellulare; questi sono, inoltre, impiegati per il trattamento delle pazienti portatrici di una mutazione a carico dei geni BRCA1 e BRCA2.2

Infine, vi sono gli inibitori del fattore di crescita dell’endotelio vascolare che impediscono ai tumori di formare nuovi vasi sanguigni al loro interno, privandoli così dell’ossigeno e dei nutrienti di cui hanno bisogno le cellule maligne per continuare a crescere. 2

Bibliografia

  1. Tumore al seno. Il presente. Il futuro. Fondazione VERONESI
  2. Fondazione Umberto Veronesi Linee Guida ESMO. Carcinoma mammario. 2021
  3. Linee Guida AIOM 2021 NEOPLASIE DELLA MAMMELLA